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1945-2014: Giornata della Memoria

giornata della memoria 2014

“La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io i primi a scorgerla: stavamo  trasportando alla fossa comune il corpo di Sómogyi, il primo dei morti fra i  nostri compagni di camera. (…) Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà,  da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa”.

Così Primo Levi nel libro La tregua racconta l’apparizione della prima pattuglia  dell’armata rossa  vicino al campo di concentramento di Auschwitz. Intorno alle 15 i soldati sovietici della Prima Armata del Fronte Ucraino, comandata dal maresciallo Koniev, entrano nel campo di sterminio e scoprono per la prima volta un orrore che fino ad allora non si poteva neanche immaginare. Più di settemila prigionieri malati ed affamati si aggirano senza meta come spettri nel campo, mentre centinaia di cadaveri giacciono abbandonati ovunque. Ma l’orrore di cui saranno testimoni i soldati in quella fredda giornata di gennaio non è ancora finito. Nei magazzini non incendiati dalle SS, che avevano tentato invano di distruggere le prove dei loro atroci crimini, i sovietici scoprono montagne di oggetti: 368.820 abiti maschili, 836.255 cappotti e vestiti da donna, 5.525 paia di scarpe femminili, 13.064 tappeti, una quantità considerevole di abiti da bambino, spazzolini da denti, denti finti, pentole e tegami, sette tonnellate di capelli. E’ quel che rimane delle popolazioni ebraiche assassinate nel campo Auschwitz.

Per infondere la memoria della tragedia nelle generazioni future e per impedire che il genocidio si verifichi di nuovo,dal primo novembre 2005 l’ONU ha istituito  per il 27 gennaio di ogni anno “la giornata della memoria”, celebrata in tutti gli stati membri.

Ben prima della risoluzione dell’ONU, l’Italia ha voluto istituire “giornata della memoria, al fine di ricordare:

la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

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