Elezioni romane chi ha vinto e chi ha perso
[table id=4 /]
Mi pare evidente che il risultato elettorale penalizzi fortemente i partiti della coalizione di governo, con particolare accanimento sul PD fra essi. Le opposizioni parlamentari “classiche” di destra e sinistra (Fd’I e SEL) in parte, molto più a destra che a sinistra, recuperano questo voto in fuga. Scompare di fatto l’opposizione democratica extraparlamentare (quella che presenta liste), poiché la somma Verdi e PRC, le uniche due formazioni del cartello di Ingroia a partecipare alla contesa comunale, hanno abbassato il già piccolo spazio di consenso e si sono divise. Infatti i Verdi hanno appoggiato Marino, mentre il PRC si è presentato da solo insieme ad una lista civica.
Discorso equivalente a quello delle forze di Governo per il M5S: evidentemente la sua opposizione fatta di insulti e poco altro è stata bocciata, sebbene il risultato del 12% sia lusinghiero per una lista presentatasi per la prima volta alle comunali di Roma. Ma il suo risultato non è slegato dallo scenario nazionale.
Il dato politico romano stabilizzerà il governo che si sentirà rassicurato dalla tenuta del PD. Chi però è abituato alla lettura dei dati omogenei e quindi a trarre conclusioni sulla base delle tendenze elettorali e non dai dati empirici dell’elezione di un sindaco, sebbene persona stimabile come Marino e nuovo primo cittadino della Capitale, vede tutto il pericolo che viene dalla sottovalutazione di questo passaggio elettorale, estremamente negativo per il PD in particolare e per il centrosinistra.
Alla prova dei fatti, il centrosinistra si mostra estremamente debole per via dell’esposizione del fianco del PD al governo di larghe intese.
Preciso che il raffronto con le regionali è stato fatto perché le elezioni regionali in Lazio hanno una lista circoscrizionale che coincide con la città di Roma. Il voto amministrativo era sostanzialmente omogeneo ed è possibile leggervi una incisività dalle scelte nazionali avvenute dopo il voto politico di febbraio.
Del quadro nazionale è inutile parlare: Roma è l’unico bacino di elettori abbastanza grande, in queste elezioni amministrative, per fare considerazioni prettamente politiche scevre da meccaniche locali troppo inquinanti.