FIAT Economy
Se oggi c’è un qualcosa che sta affossando l’economia italiana più della crisi globale, forse questo qualcosa sono le politiche industriali della FIAT; politiche che ormai vengono portate avanti da troppo tempo e che rischiano di far fallire una delle più importanti aziende italiane.
In un mondo che è sempre più sull’orlo di una crisi climatica globale senza precedenti nella storia e che già sta vivendo una crisi economica che ha messo in ginocchio migliaia di cittadini di paesi iper-industrializzati come USA, Giappone e, da qualche tempo, Cina, un’azienda che produce automobili e che vuole essere leader nel settore non può pensare di puntare su automobili di vecchia concezione senza migliorare la ricerca di mortori puliti ad energia rinnovabile.
Per quale motivo se Renault, Toyota e altri marchi puntano su auto elettriche o almeno ibride FIAT punta sulla produzione di motori GPL?
Certo è, che un passo avanti è stato fatto. Oggi infatti si cerca di vendere sempre più auto che rispettino l’ambiente, con motori a metano e GPL; ma la verità è che questo non può bastare. La verità è che, come spesso accade in questo paese, si arriva sempre tardi nel capire i meccanismi che regolano il nostro mondo.
La concezione che gli esseri umani hanno dell’ambiente sta cambiando rapidamente. Sempre più persone si accorgono che la situazione non potrà andare avanti così per molto. Non possiamo continuare ad inquinare come abbiamo fatto nell’ultimo secolo, perché la Terra ci sta chiedendo pietà.
In un mondo dove il numero di abitanti sta crescendo in maniera sproporzionata e il numero di utilizzatori di automobili ancora più velocemente, non possiamo pensare che far funzionare i nostri mezzi di trasporto con motori a carburante fossile sia la soluzione.
Così molte aziende produttrici di auto, che forse si sentono più vicine all’ambiente che ci circonda di altre o forse hanno solo trovato un mercato più redditizio di quello attuale, hanno iniziato a produrre auto elettriche. Purtroppo per noi questo non è successo in Italia; ma non è troppo tardi se iniziamo ad agire ora.
Certo, ormai non potremmo più vantare il primato di investimento in energie alternative, ma potremmo ancora avere il primato come paese con trasporti che riducono se non eliminano del tutto il problema dell’inquinamento da carburanti fossili.
Questo però sarà possibile solo se FIAT, che rappresenta una delle maggiori industrie italiane (se non la più grande considerando tutte le piccole industrie che gravitano intorno ad essa) inizierà ad investire in energie alternative; solo se punterà su motori che eliminino la nostra dipendenza dai carburanti fossili.
Certo non è semplice, anche perché gli interessi delle compagnie petrolifere creano forti pressioni politiche che spesso scoraggiano investimenti in questa direzione; ma oggi dobbiamo iniziare a pensare seriamente se sia peggio il futuro che ci si prospetta se non agiamo ora in difesa dell’ambiente o sia peggio fare scelte coraggiose, anche se queste in un primo momento potrebbero creare alcune tensioni fra grandi forze economiche.
Investire in energie rinnovabili può essere veramente una delle soluzioni che stiamo cercando oggi per risanare l’Italia. Se FIAT troverà la forza necessaria per dare un messaggio chiaro all’industria italiana, forse acquisterà di nuovo quell’immagine di fabbrica nazionale che aveva un tempo.
Vanno considerati poi tutti i vantaggi portati all’azienda e all’intero paese dall’investimento in energie rinnovabili. Inoltre scelte di questo tipo significherebbero dare un segnale forte all’Europa dicendo che in Italia “ci siamo” e stiamo cercando di agire per salvaguardare l’ambiente e rilanciare l’economia.
Partire da questo, oggi, significherebbe: implementare la ricerca nel campo delle energie rinnovabili, migliorare il comparto industriale, rendendolo più competitivo, e creare nuovi posti di lavoro.è una scelta difficile ma sicuramente è la scelta giusta da fare in questo momento.
Ripartendo dall’ambiente potremmo garantire un futuro migliore alle prossime generazioni e magari risanare anche l’economia.