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18 Apr 2012

Il Debito Pubblico fa 90

di Angelo Leopardi.
Ormai anche i bambini lo sanno: il male della Nazione è il nostro enorme Debito Pubblico! Oltre 1800 miliardi di euro … una cifra difficile da immaginare ma che appare in tutta la sua drammaticità se la si divide per il numero di italiani, lattanti compresi, mettendo in evidenza che ciascun cittadino ha un debito superiore ai 30’000 euro.
Ma come è nato e come è cresciuto fino a questi livelli il nostro Debito Pubblico?
Il Debito Pubblico è il debito che lo Stato ha contratto nei confronti di soggetti terzi (banche, altri stati o privati) al fine di coprire il disavanzo nel fabbisogno finanziario. Vale a dire che se uno Stato in un anno ha bisogno di 10 euro, ma le sue entrate (fondamentalmente quelle fiscali) ammontano a soli 9 euro, allora si fa prestare l’euro che manca da un terzo (in molti casi dai suoi stessi cittadini) a fronte dell’emissione di un titolo di debito (Buono di Stato) per il quale pagherà un certo interesse. Questo interesse è collegato al rischio dell’investimento, cioè alla probabilità che il debito venga saldato interamente e puntualmente.
La creazione del Debito è stato lo strumento con il quale lo Stato è riuscito a realizzare le grandi infrastrutture nel dopoguerra, ma anche il mezzo per sostenere una spesa pubblica non sempre oculata. Inoltre il Debito, raggiunti livelli elevati, si autosostiene. Nel senso che, per pagare gli interessi, si chiedono nuovi prestiti mediante emissione di nuovi Buoni di Stato.
In altre parole la creazione di nuovo Debito non è sempre negativa, in quanto consente allo Stato la realizzazione di investimenti altrimenti impossibili. Un po’ come una famiglia che, per acquistare una casa accende un mutuo, lo Stato che vuole realizzare nuovi investimenti (nuove strade, nuove scuole o nuovi ospedali ad esempio) si indebita. Ovviamente una famiglia non dovrebbe invece indebitarsi per la spesa corrente, e lo stesso non dovrebbe avvenire per lo Stato, che non dovrebbe far fronte a disavanzi dovuti allo sbilancio fra entrate e uscite ordinarie mediante un incremento del Debito.
In Italia è invece accaduto l’uno e l’altro: i Buoni di Stato sono stati emessi (e vengono tuttora emessi) non solo per coprire gli investimenti, ma anche e soprattutto per far fronte alla spesa corrente e alla differenza fra entrate fiscali e uscite (fra le quali, non dimentichiamolo, c’è sempre il pagamento degli interessi sugli stessi Buoni). Da un lato la nostra cronica evasione fiscale ha fatto mancare delle entrate vitali, dall’altro l’eccesso di spesa ha contribuito alla crescita senza posa del Debito. E il Debito che aumenta vuol dire anche una riduzione di credibilità del Paese, e una sfiducia degli investitori rispetto alla possibilità che il debito sia ripagato. In tre parole: interessi più alti da pagare. E le spese per interessi sul debito sono oggi una componente assai importante delle spese correnti: 70 miliardi l’anno, il 4,5% del Pil. Senza le spese per interessi (e nonostante l’evasione fiscale) il nostro bilancio sarebbe già in pareggio.
Veniamo dunque ad oggi e all’azione del Governo Monti, tutta volta a riguadagnare “fiducia” da parte dei mercati e quindi a far calare questi interessi. Azione sicuramente positiva per quanto detto sopra ma che, con la modifica dell’Art.81 della Costituzione, butta il bambino (la sovranità popolare e quindi l’essenza stessa della Democrazia) con l’acqua sporca (la spirale del Debito).
L’imposizione del pareggio di bilancio (e il rispetto dei vincoli di rientro dal debito esistente) direttamente in Costituzione, impedisce di fatto la creazione di nuovo debito in ogni caso. Ovviamente questo equivale all’impossibilità di pensare a nuovi investimenti, a meno di non innalzare ancora di più la già mostruosa pressione fiscale e, anzi, alla necessità di tagliare sempre di più la spesa pubblica, buona o cattiva che sia.
Il Debito Pubblico dunque, diventa il Moloch al quale sacrificare un’intera Nazione. Il mostro che ingoia le nuove scuole, i nuovi ospedali, le nuove strade, le nuove ferrovie così come i nuovi investimenti nel sociale. La divinità cattiva che mangia qualsiasi speranza di progresso promettendo solo una tranquilla decadenza (ma con i conti a posto e la Germania tranquilla!). Mettendo, in definitiva, il Paese sotto la tutela degli Stati forti (la Germania e la Francia) e, ciò che è peggio, condizionando le scelte italiane agli interessi di questi Stati.

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Scritto da

Angelo Leopardi

- Ricercatore di Idraulica all'Universita' di Cassino. Si occupa anche dei problemi dell'universita' e della ricerca in Italia.