IMU e suoi sostituti (se esistono)
Il report dell’Ue che ha tenuto banco in questi giorni, non riguardava l’Imu ma come ha precisato la stessa Commissione i dati erano riferiti al 2005-2006, dunque parlava dell’Ici. Dunque Bruxelles non ha mai bocciato l’Imu, ma l’Ici.
Detto questo vediamo perché ha bocciato quell’imposta.
“Le tasse sulla proprietà non hanno impatto sulla disuguaglianza sociale in Estonia e Italia e si ritiene che aumentino leggermente la povertà in Italia”, è la valutazione della Commissione europea contenuta nel rapporto sulla situazione sociale dell’occupazione in Europa che analizza anche la questione della tassazione. In particolare per il caso italiano, gli economisti di Bruxelles indicano che alcuni aspetti della recente riforma del 2012 (Imu) “potrebbero essere ulteriormente migliorati per rafforzare la sua progressività”.
Il rapporto, sottolinea Bruxelles, “non analizza l’impatto redistributivo della nuova imposta e non suggerisce che la riforma ha effetti negativi sulla povertà o sulla redistribuzione”. Il rapporto sottolinea che la riforma “avrebbe avuto un impatto più progressivo sulla distribuzione del reddito se la base fosse stata sposta dai valori catastali a quelli di mercato”.
Il governo Monti ha evidenziato che “ha proposto una revisione in questo senso ma non è stata accettata dal Parlamento italiano”. Per quanto riguarda l’imposta precedente, invece, la Commissione Ue precisa “che l’impatto è stato molto leggero (0,1 punti percentuali) ed è stato molto meno che l’impatto della tassa di proprietà del Regno Unito (0,7 punti percentuali)”.
Un punto chiave per ottenere una maggiore equità è la riforma del catasto (legge delega che il Governo ha presentato alla Camera in giugno) che rappresenta uno dei punti essenziali della riforma fiscale che il governo Monti era intenzionato.
L’Agenzia del Territorio sta, o meglio stava, impostando un nuovo criterio di prelievo fiscale sugli immobili basato sul principio di equità. La riforma del catasto dei fabbricati è considerata lo strumento per eliminare le sperequazioni prodotte dalle attuali rendite catastali che, come ha sottolineato lo stesso Governo, si sono accentuate con l’introduzione dell’Imu: il valore fiscale per l’applicazione della tassazione sarà collegato al mercato immobiliare di riferimento e soggetto ad aggiornamenti triennali; l’unità di misura diventerà il metro quadrato e non più il vano catastale.
L’iter che si sta seguendo è articolato in tre passaggi:
- il territorio nazionale verrà diviso in ambiti territoriali del mercato omogenei;
- verranno riviste le categorie catastali, oggi del tutto superate, per rendere più semplice e aderente alla realtà la classificazione delle unità immobiliari;
- un algoritmo attribuirà la rendita media ordinaria(canone medio di affitto) e ilvalore patrimoniale (prezzi medi di vendita) degli immobili, partendo dai valori di mercato e tarati sulle specifiche caratteristiche degli immobili presi in esame (zona, tipologia, finiture, servizi). L’algoritmo, in realtà, esiste già dal 2000-2001, da quando si è iniziato a discutere di riforma del catasto: allora presentava diversi difetti, oggi quel modello dovrebbe essere stato riveduto e corretto.
Agli immobili verranno quindi attribuiti due valori. Il valore probabilmente sarà quello già oggi determinato dall’osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia del Territorio, già visionabile sul sito dell’Agenzia. La rendita catastale sarà molto differente da quella oggi in uso: si partirà dai valori locativi annui, si detrarranno le spese (amministrazione, adeguamenti di legge,assicurazioni, manutenzione, …) e si applicheranno nuovi moltiplicatori.
Non è oggi chiaro se l’Imu si pagherà in base alla rendita o al valore patrimoniale(i due valori non saranno più collegati automaticamente fra loro, com’è oggi). Se l’Imu, come sembra, si pagherà in base alla rendita media, il valore patrimoniale degli immobili a cosa servirà? Sarà il prossimo governo a stabilire le nuove regole.
PS
L’ex presidente del consiglio Berlusconi dice di voler abolire l’Imu sulla prima casa che porta entrate per lo Stato di circa 3,4 miliardi di euro. Il Cavaliere dice che “1,8 miliardi arriveranno dai giochi (Lotto, lotterie pubbliche, ecc.), 1 miliardo dai tabacchi, 241,2 milioni dalla tassa sugli alcolici, 500 milioni dal riordino e efficientamento dei trasferimenti alle imprese, 258,8 milioni dalla tassa sui diritti di imbarco aeroportuali, pari a 4 euro a passeggero”
Solo alcune considerazioni:
- Nel 2010 le vendite di prodotti alcolici in Italia hanno sfiorato gli 1,2 miliardi di Euro, quindi per introitare 241 milioni bisogna aumentare il loro costo di circa il 33%;
- Nello stesso anno le vendite di prodotti da fumo sono state pari a circa 18,4 milioni di euro quindi per avere l’incasso voluto da B. comporterebbe un aumento dei tabacchi del 5,5%;
- Si ipotizza un incasso dai giochi di 1,8 miliardi anche se, proprio nel 2012, si è verificato un trend negativo sugli incassi quando la metà del paese non arriva a fine mese?
La Fanta Finanza continua……..