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La memoria di Di Vagno. La sede storica Pci. Giù le mani dalla storia e dai simboli della sinistra

2853082105Se qualcuno avesse detto ai padri costituenti che un giorno in Parlamento una forza politica avrebbe presentato un emendamento per cancellare la parola “socialista” da una proposta di legge, avrebbero sicuramente pensato che il fascismo tornava ad alzare la testa. Con un altro piccolo sforzo, ci si può facilmente immaginare quale sarebbe stata la reazione di chi fino a poco prima, combatteva con le armi il fascismo e l’occupazione tedesca.

Chiunque avesse proposto di abolire la cultura politica della sinistra sarebbe stato sicuramente individuato come fascista perché proprio dello squadrismo fascista era la prassi di colpire con violenza verbale e fisica le persone, le sedi politiche, i simboli.

Accadeva ieri, accade oggi: per il movimento 5 stelle la parola “socialista” rappresenta solo criminali, va sostituita con una più ipocrita perifrasi “cultura sociale, economica e ambientale”; per una fetta consistente dei movimenti di contestazione, in particolare i No Tav, la distruzione delle sedi del Pd è cosa giusta come anche l’imbrattare una targa che ricorda la storica sezione romana del partito comunista italiano in via dei giubbonari.

Insomma, non certo forse come espressione di una strategia precisa e comune ma ciò a cui si assiste è un assalto alla cultura storica della sinistra italiana ed ai suoi vessilli: mancano solo le camere del lavoro, le sedi sindacali, poi tutto coincide con i tempi più oscuri del nostro paese.

Guarda caso la discussione sul sindacato per molti, probabile nuovo segretario Pd compreso, è centrata sullo smantellamento piuttosto che su reale richiesta di rinnovamento.

La barbarie culturale dei 5 stelle, che troverebbero migliore descrizione se fossero chiamati ” 5 stalle”, si può giustificare finché non diventa oltraggiosa, dice Michele Serra su Repubblica. Un portavoce dei movimenti, tale Paolo di Vetta, uno Stalinino del bar sport, sostiene candidamente sulla edizione italiana dell’ Huffington Post che è giusto assaltare le sedi del Pd in quanto “obiettivi politici”.

Con questo quadro, ci possiamo fermare solo allo sdegno verso questo medioevo della cultura politica italiana senza fare nulla, senza analizzarne i motivi, prendersene un po’ di responsabilità e magari contrastarlo con forza? Insomma possiamo continuare a far sputare addosso alla sinistra di questo paese per non far emergere le contraddizioni di molti dirigenti non alla altezza del ruolo o perché si aprirebbero “questioni scomode” (leggi Craxi) ? Possibile che sia tollerabile avere parlamentari e testate giornalistiche che siano incontrastate nel soffiare sul fuoco della violenza?

Continuando a non mettere mano alla nostra storia rivendicandola tutta, sia quella socialista che quella comunista, prendendo come valori le cose giuste e come moniti quelle sbagliate, saremo vittime spettatrici della distruzione della politica italiana, delle Istituzioni, delle culture su cui intere generazioni di socialisti e di comunisti,hanno messo in gioco e spesso perso la loro vita.

Si tratta di avere coraggio del proprio orgoglio, della propria storia, delle proprie radici, non per aver lo sguardo al passato, ma per riuscire a far coincidere il doveroso rinnovamento della sinistra prima partendo da analisi e proposte e non da stereotipi e demagogia.

 Questo avrebbero fatto i vari Di Vagno, Gramsci e Matteotti: avrebbero reagito con forza nelle idee e nelle azioni e la dimostrazione è che se oggi si ha un tale livello di libertà in cui ognuno può dire le idiozie che vuole in quanto persona libera, è grazie al loro sangue.

Offenderne la memoria ammainando bandiere, non reagendo ad ogni tentativo di cancellare simboli, vuol dire esser vili ed essere ingrati.

Dalla viltà e dalla cancellazione della memoria non si rinnova nulla, si rottama solo la propria anima.

Scritto da

Michele Petriccione

- Segretario Regionale SLC Cgil della Campania, sindacato della comunicazione. Mi occupo di comuncazione politica e social marketing. Sono tra i fondatori de La Prima Pietra per costruire un socialismo libero e democratico, per "non viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ".