Le lettere di Schulz e Tsipras a Nichi Vendola
Pubblichiamo le due lettere che Schulz e Tsipras hanno indirizzato a Nichi Vendola in occasione del congresso di Sinistra Ecologia e Libertà. Entrambi parlano di unità, di costruzione e di rinnovamento. Ma in modo diverso.
Cari amici, cari compagni e care compagne, Caro Nichi,
Mi dispiace non poter essere presente al vostro secondo congresso, un appuntamento cruciale per discutere non semplicemente della “strada giusta” da far imboccare al paese, ma anche per ridisegnare insieme il progetto di un’alternativa all’Europa che abbiamo conosciuto in questi anni.
Dopo cinque anni di crisi, di recessioni, di ristrutturazioni, di troike, di spread e di bail-out è arrivato il momento di restituire una vera scelta ai cittadini. L’Europa di questi anni ha posto tutto il suo peso politico nel lottare contro la crisi tentando di rassicurare i mercati. Ci siamo lanciati in una cieca gara alla disciplina, in una corsa al ribasso nella protezione dei lavoratori e un indebolimento dei diritti. L’Europa si è dotata di tutta una serie di nuove regole e sanzioni, strumenti di supervisione, di azioni preventive e correttive, ma per la crescita e l’integrazione del continente, troppo poco è stato fatto.
L’Unione si è trasformata in un progetto burocratico adagiandosi sulle sue proprie regole. I trattati europei, e la mancanza di competenze esplicite, sono stati utilizzati come giustificazione all’inazione. La deriva legalistica ha acuito la crisi economica e politica.
Nei trattati non c’è scritto come uscire dalla crisi e l’Unione non è riuscita a imprimere un senso di direzione. Abbiamo subìto un’Europa che si è spesso occupata di dettagli, ma ha lasciato da parte il senso profondo della sua missione, offrendo il fianco agli euroscettici e ai populisti.
E’ arrivato il momento di offrire risposte e alternative vere.
Molti critici mi hanno detto di aspettare, che non è il momento di creare una Commissione politica, che i rischi di un confronto tra gruppi politici a livello europeo potrebbero incrinare un’unità così fragilmente conservata.
Io credo che invece quest’ottica di accordi intergovernativi, questa mancanza di scelte vere, questo pensiero unico che ha imprigionato l’Unione in questi anni, non siano più sostenibili. Non si può continuare a rimandare e lasciare che l’Europa si trasformi nel riflesso di equilibri di potere tra stati.
L’unità va costruita, non conservata.
La maggioranza che emergerà dopo il 25 maggio sarà chiamata a ricucire lo strappo tra Nord e Sud, ricucire lo strappo dell’ineguaglianza crescente tra Stati e dentro gli Stati e soprattutto ricucire lo strappo tra politica e cittadinanza.
Sinistra, Ecologia e Libertà, con la sua lotta per i diritti civili e sociali, per rilanciare e rinnovare il lavoro, per uno sviluppo industriale ancorato alla difesa dell’ambiente e di quella riserva di ricchezza che è il paesaggio italiano, rappresenta una chiave di questo cambiamento.
Vi auguro un ottimo congresso nella speranza che insieme alle forze progressiste europee, SEL aiuti l’Europa, a imboccare “La Strada Giusta”.
Martin Schulz
Carissime compagne e compagni,
Mi dispiace che i miei numerosi impegni non mi hanno permesso di essere con voi nell’inaugurazione del vostro congresso. Il vostro congresso si svolge in un momento molto critico per la nostra casa comune: l’Europa. Un’Europa che dopo un periodo ventennale di consenso neoliberale è stata chiamata di pagare il prezzo della recessione.
Per almeno quattro anni l’Europa del Sud è distrutta da una dura ed inumana politica neoliberale, che ha fatto esplodere la disoccupazione a livelli record, ha impoverito gran parte della popolazione, ha distrutto i diritti politici, sociali, economici e del lavoro che fino a ieri avevano considerato inviolabili. I governi e le istituzioni europee hanno applicato le politiche più antidemocratiche e antisociali dopo la guerra, collaborando con avidi banchieri e speculatori dei mercati.
Quante generazioni di italiani, greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi dovremmo sacrificare per pagare debiti impagabili, di raggiungere impossibili aggiustamenti di bilancio e di svendere la nostra ricchezza sociale a quelli che cercano di farci annullare qualsiasi dignità?
Milioni di persone pensano che la risposta a questo massacro sociale si trova nel ritorno al passato, nelle trincee e nei simboli nazionali. Il nazionalismo,il razzismo, la xenofobia e il fascismo ritornano cercando di appiattire i migliori valori che abbiamo fatto sorgere nel nostro continente: l’umanismo, la solidarietà e la giustizia sociale.
E’ arrivato il momento di cambiare questa Europa. È arrivato il momento di ricostruire questa Europa.
Carissime compagne e compagni,
Voi sapete che il Partito della Sinistra Europea mi ha proposto come candidato presidente della Commissione Europea.
La proposta presentata da un gruppo di personalità per una aperta e senza esclusioni unità della sinistra e delle forze vive della società e degli intellettuali rappresenta una seria possibilità per cambiare gli equilibri nell’Europa del Sud e in generale in Europa.
In Grecia abbiamo tentato di dare già una risposta alla crisi proponendo l’unità delle forze, dei cittadini e dei movimenti della sinistra e non solo. Con grande umiltà stiamo accanto a tutti quelli che colpiscono le politiche neoliberali e lottiamo per non lasciare nessuno solo di fronte alla crisi.
Il percorso di Syriza in Grecia ci ha insegnato che l’unità della sinistra con i movimenti e i cittadini che sono colpiti dalla crisi rappresenta il miglior lievito per il rovesciamento.
Vi auguro di cuore che il vostro congresso rappresenti un punto di svolta nel tentativo per la più ampia unità possibile delle forze della sinistra e della società civile.
Dobbiamo fare tutti insieme un passo indietro per muovere insieme tanti passi in avanti portando nel Parlamento Europeo la rabbia, il dolore, la resistenza e le proposte di tutti coloro che cercano di emarginare la crisi, il neoliberismo e il populismo. Dobbiamo portare il messaggio della costruzione dell’Europa dei vecchi e nuovi cittadini.
Cambieremo l’Europa.
Con i miei saluti da compagno
Alexis Tsipras