La carta d’intenti varata dalla coalizione formata da Pd, Sel e Psi è una versione rinnovata di un testo a lungo dibattuto in ambito Pd. Nella nuova versione, il dato politico senz’altro più rilevante è rappresentato da un lato dalla mancanza di considerazioni e analisi in ordine all’attuale governo Monti, esperienza che il Pd vive ancora da protagonista, dall’altro da una prospettiva ampiamente delineata di andare oltre questa stessa esperienza, evidentemente nei modi – su cui varrebbe la pena anche discutere – e nei tempi, pare ormai certi della prossima scadenza elettorale, a primavera.
L’iniziativa, in sé e per sé, rappresenta indubbiamente una tappa di avvicinamento al traguardo delle politiche e tuttavia la carta d’intenti costituisce essa stessa anche uno strumento, voluto dagli attuali leaders dei partiti della coalizione, di sostegno e partecipazione alle primarie che si svolgeranno, salvo imprevisti, il 25 novembre.
In quanto strumento di partecipazione, la carta d’intenti circoscrive il raggio di azione politica delle primarie e, visti gli effetti – in particolare per quanto concerne il NO di Casini (Udc) e Tabacci (Api) -, finisce con il determinare un’azione tattica di breve periodo che in realtà contrasta con una diversa strategia di lungo periodo, di ben più ampio respiro, bene evidenziata nel testo: “ La crisi che scuote il mondo mette a rischio l’Europa e le sue conquiste di civiltà. Ma noi siamo l’Europa, nel senso che da lì viene la sola possibilità di salvare l’Italia: le sorti dell’integrazione politica coincidono largamente col nostro destino. Non c’è futuro per l’Italia se non dentro la ripresa e il rilancio del progetto europeo. La prossima maggioranza dovrà avere ben chiara questa bussola: nulla senza l’Europa… Anche per l’Europa, infatti, la prossima sarà una legislatura costituente in cui il piano nazionale e quello continentale saranno intrecciati stabilmente. .. Qui vive la ragione più profonda che ci spinge a cercare un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale. Per questo i democratici e i progressisti s’impegnano a promuovere un accordo di legislatura con queste forze, sulla base della loro ispirazione costituzionale ed europeista e di una responsabilità comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi anni… “.
Pertanto, la lunga citazione dimostra essenzialmente la necessità di una strategia ed un traguardo, che non possono altrimenti essere perseguito l’uno e soprattutto raggiunto l’altro, se non attraverso soprattutto un terreno di collaborazione con le forze del centro liberale.
Oppure Vendola è lo slogan che il leader di Sel ha scelto per la sua partecipazione alle primarie. Si potrebbero intavolare lunghe discussioni di carattere semantico sui diversi significati e profili d’interpretazione dello slogan prescelto; in ogni caso, rimarrebbe e di fatto si coglie nell’espressione il senso di una realtà extralinguistica che sta o si muove, per l’appunto, in opposizione! E, senza fare tanti giri di parole, si è indotti a pensare a un Casini piuttosto che a un Renzi, a un Bersani e perché no!, magari in misura ancora minore, anche a un Di Pietro: del tutto disponibile, dopo il rifiuto di Grillo, al rientro in una coalizione, quale che sia!, di centrosinistra.
Caro Vendola, mi rivolgo a lei!
Se ritiene veramente che la carta d’intenti abbia un valore ben più ampio di quello di un semplice strumento per le primarie, per il 25 novembre che verrà abbia il coraggio e la coerenza allora di farsi da parte. Le primarie del Pd, infatti, non rappresentano un’occasione di scontro; rappresentano viceversa un e-vento che caratterizza la vita democratica di un partito; che, attraverso una vasta partecipazione di popolo, la più ampia possibile, fuori da ogni regola restrittiva, rinnovi e acquisisca piena consapevolezza della propria organizzazione e soprattutto delle proprie idee e proposte.
Caro Vendola, mi creda: un Pd più forte e coeso, realtà che credo sia Bersani che Renzi abbiano mostrato già ampiamente di condividere, servirà anche e soprattutto a lei e a tutti quelli che, con lei, aspirano ad un profondo cambiamento di rotta rispetto all’azione dell’attuale governo Monti, in Italia come in Europa.