Lo Stato siamo noi
di Marianna Panico.
Mi presento. Io sono il futuro pensato da qualcun altro prima di me. Qualcun altro che, prima di me, nei partiti e al governo di questa nostra nazione, ha pensato che i cittadini italiani dovevano avere opportunità e progresso, libertà e sovranità, diritti e dignità.
Quarant’anni dopo, quella politica che garantiva vita e futuro oggi è in pericolo. Ed io che sono il prodotto biologico di quel futuro, concepita e nata perché una buona politica pubblica ha permesso al mio futuro padre di un impiego dignitoso e alla mia famiglia di avere istruzione, sanità, trasporti, oggi aborrisce l’idea di un futuro numerato dove all’Uomo si sostituisce di budget.
Ho paura che il mondo che io ho conosciuto cambi in peggio. Io ho avuto a disposizione un ascensore sociale e l’ho preso. Mio padre è analfabeta, io sono ingegnere con un diploma da ragioniere. A casa mia per lo Stato si è sempre avuta quasi venerazione. Mia madre, da ottima casalinga, che ha imparato a tirare su una famiglia con le 60 mila lire degli anni ’70, si è preoccupata quando nel 2010 un governo scellerato ha tolto l’ICI sulla prima casa.
Ma la mia non è una favola, tutto ciò non è stato facile ed è costato rinunce e sacrifici, ma sono sempre stata consapevole del valore straordinario delle politiche pubbliche solidali, eque e condotte con metodi sani.
Io, non solo ho avuto la possibilità di nascere e di sfidare il mio destino, ma ho anche imparato l’onestà, l’abnegazione, il rispetto per le istituzioni, la qualità intrinseca della legalità per mantenere integri i tessuti sociali, il valore della cittadinanza consapevole, e la necessità imprescindibile di conservare il bene comune. E solo dalla gratitudine per aver avuto, tanto nasce la responsabilità individuale della partecipazione politica e pubblica al mantenimento dello Stato Sociale che mi vede stasera seduta qui a parlarvi di me. Perché io lo so e l’ho capito bene che lo Stato siamo noi ed è imprescindibile che esso viva al di là di noi stessi. E’ l’amore per la mia vita, per la mia terra, per il mio popolo che mi fa rivendicare con forza oggi la garanzia che lo Stato sociale non venga smantellato, in cambio di un Europa politica che non difenderà le stesse opportunità per i bambini che noi pensiamo che oggi possano nascere. Grazie.
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