L’ultima guerra di Silvio
Ormai non ci sono più possibilità, non ci sono più assi della manica o alchimie legali da sfruttare per sfuggire alla giustizia.
L’uomo che per vent’anni ha comandato da padrone assoluto un esercito di politici, giornalisti e opinionisti, oggi è decaduto da senatore. Eppure nonostante la carriera politica di Silvio Berlusconi sia giunta al capolinea, la sua parabola non può ancora dirsi conclusa, manca la sua ultima fase, la più disperata, pericolosa e potenzialmente distruttiva per tutti.
Berlusconi non ha né la dignità né il carisma di un grande leader che capisce quando è il momento per farsi da parte e piuttosto che accettare la fine della sua leadership politica è pronto a far aumentare le conflittualità nel paese fino all’esplosione.
Sfruttando appieno il suo mostruoso conflitto di interessi è pronto a lanciare la più violenta campagna mediatica della storia moderna. Nei prossimo giorni tutto l’apparato berlusconiano sarà chiamato a raccolta per la battaglia finale: dai giornalisti ai politici, dai telegiornali fino agli ultimi rotocalchi di gossip. Nessuno deve salvarsi, se Berlusconi cadrà dovrà trascinarsi dietro l’intero paese.
Con ogni probabilità l’ultima escalation si concentrerà su tre punti specifici: gli attacchi a Napolitano considerato il nemico numero uno, gli strali contro i “traditori” e , soprattutto, una propaganda asfissiante contro tutte le leggi che il governo proverà ad approvare.
Del resto l’esercito di Silvio è talmente numeroso da poter coprire tutti i fronti. Brunetta e gli altri deputati potranno trasformare il parlamento in un Vietnam. Gasparri, la Santachè e tutti gli altri politici da talk show occuperanno tutti gli spazi possibili ripetendo ossessivamente le bugie e la propaganda di regime. I giornali di famiglia potranno produrre dossier a ripetizione su Napolitano e i “traditori” e i telegiornali potranno sfornare tg ansiogeni sulla crisi, le tasse e la corruzione della politica. Infine i giornali di gossip e le trasmissioni di costume gli cuciranno addosso il vestito della vittima, del fidanzato modello, del politico appassionato che invece di essere premiato per il suo buon cuore è perseguitato da un parte del paese invidioso del suo successo.
Da profondo conoscitore dell’opinione pubblica, Berlusconi sa benissimo che nella sua ultima battaglia potrà contare su molti involontari alleati.
Napolitano non è solo il suo nemico ma anche il principale bersaglio del Fatto Quotidiano, di Santoro e di Travaglio (anche se per motivi diametralmente opposti), i grillini odiano con la stessa intensità la sinistra e soprattutto il livello di rabbia e di disperazione nel paese ha raggiunto il livello di guardia. Tutte condizioni ideali per trasformare la fine dell’uomo Silvio Berlusconi nella fine di un intero paese con una violenza mediatica e verbale mai vista prima.