M5S: presenti per il cabaret, assenti per Ilva e Terra dei fuochi.
Ormai è da troppo tempo che in Parlamento si assiste a spettacoli indegni per il massimo organo di rappresentanza del popolo sovrano, eppure le scene viste in questi giorni saranno difficili da dimenticare. Perché i protagonisti della sceneggiata sono quelle stesse facce nuove che avrebbero dovuto portare una ventata di novità nella politica italiana; perché ci sbattono in faccia l’immagine di una generazione presuntuosa, inconcludente, superficiale e capricciosa.
Eletti sotto il vessillo del cambiamento radicale in nome di una politica espressa direttamente dai cittadini, stanno riuscendo nell’impresa di fare peggio della politica viziosa e viscida di palazzo a cui hanno detto “arrendetevi, siete circondati! “.
Altro che nuovo stile nelle idee e nei modi, il loro sdegno perbenista si è infranto sulle urla, i cartelli, gli insulti e tanti slogan efficaci come sfogo populista ma assolutamente inutili per raggiungere qualunque obiettivo politico, posto che ve ne sia uno.
Il tutto mentre nella stessa settimana piombavano sul dibattito politico il drastico piano di riduzione dei salari della Electrolux, per “portare un po’ di Polonia in Italia” circa il costo del lavoro dicono i vertici aziendali; la Fiat che se ne va a versare le tasse alla corona reale inglese, il tessuto industriale del paese che affoga tra cassa integrazione, salari ridotti, licenziamenti e chiusure di intere aree produttive.
Insomma un Parlamento che avrebbe moltissimo di cui parlare per poi fare ciò che più urge, cioè prendere delle benedette decisioni, diventa invece un palcoscenico per spettacoli indecenti se non ridicoli.
Questo era il male di ieri, questo il male di oggi: che siano fonti del Governo o voci delle opposizioni, i toni sono da campagna elettorale permanente: parole e slogan a fiumi, decisioni ed azioni poche. Ma un paese che dovrebbe ripensare se stesso per svincolarsi dalla morsa della peggiore crisi economica del dopoguerra, non può permettersi più un Parlamento svuotato delle sue funzioni dove tutto si fa tranne che programmare,decidere ed agire. All’Italia serve avere un governo ed una opposizione che oltre ad esercitarsi nella consueta arena politica riescano ad amministrare la casa comune, l’uno facendo scelte e provvedimenti conseguenti, l’altra incalzando le scelte ad essere rappresentative di interessi quanto più larghi possibile.
Purtroppo non va così, tanto che un gruppo di opposizione (parliamo ovviamente del M5S) si cimenta in occupazioni delle commissioni parlamentari in pieno stile liceale, piuttosto che discutere di come ridurre i costi del lavoro, di come intervenire per salvaguardare il sistema produttivo, di come trovare i soldi per sostenere ogni scelta. Si definiscono partigiani delle tasche dei cittadini, ma poi nulla propongono su come riformare il fisco, come recuperare parte dei 130 miliardi di evasione fiscale perché questo è il reale scippo alle tasche del popolo sovrano.
Altro che decreto sulla Banca d’Italia! Con una piccola parte di questo tesoro nascosto si potrebbe sostenere una massiva riforma del lavoro, degli ammortizzatori sociali, nonché il rilancio di investimenti privati mediante anche – non solo – quelli pubblici. Ce ne sarebbe anche per il famoso reddito di cittadinanza, invocato senza porsi il problema di trovare le risorse con cui sostenerlo.
“Il popolo ha fame”, dice il cittadino Di Battista dinanzi alle telecamere mentre impedisce al capogruppo Pd di parlare. Evidentemente a telecamere spente della salute dei suoi concittadini poco gli interessa.
Tanto rumore per far parlare di sé, tanto che i giovanotti del M5S poi mancano quando c’è da fare e non da apparire, come nel caso delle questioni ambientali della terra dei fuochi e dell’Ilva di Taranto: all’approvazione del dl che prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro per effettuare screening medico-sanitari sulle popolazioni di queste due aree, i banchi dei 5 stelle erano vuoti.
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