Marini, Rodotà e la sorpresina di Bersani
Calma e sangue freddo.
Fuori Montecitorio militanti e iscritti del PD durante il primo turno per le elezioni del Presidente della Repubblica hanno protestato bruciando le tessere.
Su Twitter c’è stato un fiume di tweet di protesta contro Bersani. Immagino che su Facebook l’atmosfera sia stata la stessa.
Renzi è andato in tv (ormai è un abituè) a dirne di cotte e di crude contro il segretario Bersani e la dirigenza del PD.
I berlusconiani si sono stretti a coorte in favore del Marini proposto nella rosa bersaniana.
Marini raccoglie 524 voti al primo turno e Rodotà solo 240. I giochi son fatti. Marini, che aveva fatto incavolare gli iscritti del PD, ha preso 209 voti in meno dei previsti, al netto dei voti dei renziani che avevano annunciato che si sarebbero dirottati su Rodotà.
A questo punto sorge un legittimo dubbio: non è che in queste ore i vertici del Pd hanno in mente veramente un nome a sorpresa da tirare fuori come il celebre coniglio dal cilindro e da eleggere soltanto con i propri voti al quarto scrutinio?
Ti riconosco mascherina!
Certo, si tratterebbe di una manovra spregiudicata e degna dei “volponi della Prima Repubblica”, ma in questo modo porterebbe ad eleggere al Qurinale un nome proprio del centrosinistra e nel contempo evitare la figura di “quelli che hanno spaccato”.
Se così fosse, la politica dimostrerebbe di essere molto più arguta del battibecco televisivo, del cinguettio internettiano e dello strepitìo degli improvvisati. A che costo però?
Se così fosse, intanto qualche decina di militanti del pd è andata in piazza a bruciare le tessere del partito.
Calma e sangue freddo.