Pompei: disilluse le speranze degli archeologi
Il nuovo direttore generale del Progetto Pompei è Giovanni Nistri, il suo vice è Fabrizio Magani.
Il primo è un generale dei Carabienieri, attualmente a capo della Scuola Ufficiale dell’Arma e già direttore, dal 2007 al 2010, del nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale.
Qualcuno forse lo ricorderà per il suo contributo contro l’archeo-condono, quella proposta di legge del PdL che prevedeva di applicare una mini-multa a chi dichiarava di possedere, illegalmente, reperti precedenti al 476 d.C., l’ultimo anno dell’Impero Romano.
A Nistri si deve anche l’aver riportato in Italia il Cratere di Eufronio e altri 67 reperti da alcuni musei statunitensi.
Insomma, in un territorio, come quello campano, così “infiltrato” da imprese camorristiche (e il rischio a Pompei, sebbene al momento fugato grazie alla DIA, è tutt’ora presente), la presenza di una figura come quella di Nistri ci rassicura non poco. Almeno da questo punto di vista.
Il vice di Nistri sarà Fabrizio Magani, architetto, direttore dei Beni Cultarali in Abruzzo e già responsabile dei lavori di restauro e messa in sicurezza del centro storico de L’Aquila dopo il tremendo terremoto del 2009.
Il Ministro Bray ha scelto sicuramente due figure di altissimo livello, delle quali l’Italia ha potuto testare la serietà e la competenza. Bray è riuscito a dribblare la candidatura di Scognamiglio, manager Unicredit, sponsorizzata, secondo alcuni, da Filippo Patroni Griffi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Siamo contenti che il ministro Bray abbia vuto la possibilità di nominare due figure che almeno hanno cognizione di causa rispetto al lavoro che si accingereanno a svolgere.
Ma per gli archeologi questa è una vittoria di Pirro (rimanendo, almeno nei riferimenti, nella cultura classica!).
Resta che alla direzione del Progetto Pompei la figura di un archeologo ci sembrava necessaria e indispensabile.
Nella nota di Palazzo Chigi si legge che il DG e il suo vice lavoreranno, in sintonia con le Università e gli Enti Locali per “mettere in sicurezza e riqualificare uno dei siti archeologici più importanti del mondo, […] e per trasformare l’area in uno dei poli di attrazione di punta del turismo italiano“. Non c’è riferimento alcuno alla volontà di riconsegnare a Pompei il ruolo di bagaglio della nostra memoria storica e culturale.
L’attenzione come al solito è stata volta alla manutenzione “utile” al turismo e non alla conoscenza.
Ma abbiamo ancora una speranza: a breve sarà nominato il nuovo Soprintendente.
A questo punto ci aspettiamo, almeno per questa funzione, una personalità di alto spessore in campo archeologico.
Solo se il duo Nistri-Magani riuscirà a diventare un trio, completo di competenze archeologiche, avremo la possibilità di ridare a Pompei la dignità che merita.