I siti Unesco della Campania
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La Campania conta 6 siti iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.
Il Centro Storico di Napoli è stato iscritto alla Lista nel 1995, nella categoria dei “siti culturali”, per aver conservato le visibili testimonianze delle varie culture apparse via via nel bacino del Mediterraneo ed in Europa. Queste forti influenze, insieme al suo ruolo predominante nella storia, hanno trasformato questa città in un sito unico.
Al 1997 risalgono le iscrizioni alla lista delle aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, della Costiera Amalfitana e del complesso costituito dal Palazzo Reale di Caserta con il parco, l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di S. Leucio, prove questi ultimi di una chiara e concreta espressione del periodo illuminista, ben integrata e non imposta nel proprio contesto ambientale.
Il 1998 vide protagonisti il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula. Il Cilento è stato inserito nella lista per il “paesaggio culturale di qualità eccezionale”, con la sua storia millenaria che comincia con gli insediamenti dei popoli etruschi e lucani, le colonie magnogreche e romane di Velia e Paestum e che prosegue nei secoli come crocevia culturale e politico fino a tutta l’età moderna.
Nel 2011 fu iscritto nelle liste dell’ Unesco un sito seriale denominato “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. La serie comprende le più importanti testimonianze monumentali Longobarde di tutto il territorio italiano: i Ducati Longobardi formarono quella che si può definire la prima “nazione” italiana. Per la Campania la serie comprende la Chiesa di Santa Sofia a Benevento, fondata fondata dal duca longobardo Arechi II intorno al 760.