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16 Nov 2013

I volontari dell’archeologia non sono mai abbastanza

Le Terme romane di Agnano (3)-2di Rosario Serafino (Gruppo Archeologico Napoli)

“L’altra archeologia” di Napoli: siti archeologici minori rimasti nell’oblìo in questi anni, tornano alla luce grazie al lavoro dei volontari del Gruppo Archeologico Napoletano

L’antica Neapolis, centro greco e romano di primaria importanza, ha lasciato moltissime tracce della sua presenza che ancora sopravvivono, spesso inglobate nella città moderna. Ma se nel centro storico diversi siti sono oggi conosciuti e fruibili (dal teatro romano ai resti del macellum sotto San Lorenzo Maggiore o alle terme romane di Santa Chiara), a soffrire di oblìo sono soprattutto le testimonianze situate in periferia che corrono, ogni giorno di più, il rischio di essere seppellite da vegetazione e rifiuti di ogni genere.

Il Gruppo Archeologico Napoletano, grazie ai suoi volontari, sta attuando già da tempo una serie di azioni per “riportare alla luce” e rendere fruibili a turisti e soprattutto napoletani, alcuni di questi siti, spesso sconosciuti agli stessi abitanti dei quartieri interessati.

Una selva impraticabile di rovi e vegetazione spontanea è lo spettacolo che si presentò ai volontari a gennaio 2012 nell’area delle terme romane di Agnano, un grandioso complesso indagato già alla fine dell’ottocento sulle pendici del Monte Spina. In origine si estendeva su ben sette livelli con una scenografia eccezionale per l’epoca. Di quel complesso ormai non si intravedeva più nulla. Da marzo del 2012 i volontari si sono messi al lavoro, anche con l’aiuto di alcune alunne dell’Istituto superiore Gentileschi di Agnano e, dopo alcuni mesi di duro lavoro, tra aprile e maggio 2012 il complesso è stato riaperto: sono bastate solo due aperture per far accorrere un migliaio di persone, la maggior parte delle quali ignorava l’esistenza del sito. Da allora il GAN apre per un weekend al mese il complesso archeologico garantendo l’accessibilità ed illustrando il sito a scuole, gruppi e singoli, grazie anche alla collaborazione dell’Ente Terme di Agnano SpA.

Dopo aver restituito alla fruibilità il sito archeologico delle terme romane di Agnano, i volontari del Gruppo Archeologico Napoletano hanno rivolto la propria attenzione alla villa romana di Cupa Marfella a Marianella, “sepolta” da vegetazione, rifiuti ed incuria. Da aprile di quest’anno sono iniziate le operazioni per “riportare alla luce” nuovamente questo sito, venuto alla luce negli anni ottanta, quando la zona conobbe un grosso sviluppo edilizio col dopoterremoto. Ma da allora, nonostante timidi tentativi di valorizzazione, il sito ha subito un continuo degrado. Su parte delle strutture archeologiche venne sistemata una copertura realizzata con tubi innocenti e lastre in lamiera ondulata, struttura che col tempo è crollata, rendendo ancora più difficoltose le operazioni di recupero da parte dei volontari. La tettoia crollata è stata rimossa durante l’estate ed ora la fruibilità del sito è vicina. L’obiettivo finale dell’operazione è riuscire a recuperare un altro pezzo della nostra storia in un’area che sta perdendo la propria memoria: Marianella è uno degli antichi casali napoletani e patria di Sant’Alfonso Maria dei Liguori, ma in pochi sanno che questo territorio era già frequentato 2000 anni fa, soprattutto le generazioni più giovani che, attraverso le scuole del territorio, i volontari sperano di riuscire a coinvolgere. In questo caso si tratta di un insediamento di tipo agricolo, destinato allo sfruttamento del territorio circostante: all’epoca insediamenti del genere erano numerosi nell’hinterland napoletano, anche se in genere si tende ad immaginare che le ville sorgessero solo sul litorale, come ad esempio nei Campi Flegrei.

Ed un’altra villa di questo genere sorgeva a Ponticelli, nei pressi del lotto ZERO. Anche in questo caso la scoperta avvenne nella prima metà degli anni ottanta durante la costruzione di una serie di strutture edilizie abitative popolari nella zona della contrada Tufarelli, fra le attuali Via Bartolo Longo, Via Camillo De Meis e Via della Villa Romana. Nell’occasione vennero rinvenuti diversi reperti di età romana e l’intervento della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli e Caserta comportò la sospensione dei lavori per consentire una esplorazione più profonda dell’area. Gli scavi archeologici vennero eseguiti fra il 1985 ed il 1987 e poi nuovamente nel 2007 e portarono alla luce due ville romane di cui una di epoca repubblicana poi distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. (la stessa eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano) ed un’altra che invece rioccupò l’area successivamente alla suddetta eruzione, fra il II e il V o VI sec. d.C.

La villa di Ponticelli giaceva racchiusa da un alto muro di contenimento senza essere fruibile a nessuno. I volontari del GAN in questo caso hanno chiesto ed ottenuto dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei l’apertura del sito che da settembre è visitabile una domenica al mese. Ma anche questo sito necessita di pulizie periodiche che i volontari garantiscono per evitare che la vegetazione e l’incuria cancellino queste piccole ma importanti tracce del passato.

Sabato 16 e domenica 17 novembre saranno visitabile le terme romane di Agnano con partenze dall’ingresso delle terme alle 9, 10, 11 e 12. Lunedì 18 dalle 9 alle 12 sarà la volta della ripulitura della Villa romana di Ponticelli che sarà poi aperta al pubblico domenica 24 dalle 9 alle 13.

Ma i volontari non sono mai abbastanza! Per questo il GAN chiede l’aiuto a tutti coloro che vogliono dare una mano pratica per le iniziative: per dare accoglienza ai visitatori, per fornire materiale illustrativo, per seguire i gruppi durante la visita, ma anche per aiutare a ripulire questi siti in occasione delle operazioni di ripulitura. Chi vuole impegnarsi in prima persona per aiutare Napoli a non perdere la memoria più antica, può chiamare il GAN al 3384031994 o inviare mail a [email protected]. Sul sito www.ganapoletano.it ulteriori informazioni.

Scritto da

Redazione LPP

- Redazione de La Prima Pietra